La nascita della prospettiva fu uno dei fattori fondamentali che vide sbocciare la nuova arte figurativa del ‘400, con il conseguente miglioramento delle proporzioni spaziali e della veridicità delle opere pittoriche dell’epoca. Accanto a essa troviamo la ricerca anatomica e della proporzione nella forma umana e animale, oltre che la espressività emotiva dei volti rappresentati.
Nel Rinascimento l’arte si trasforma, poiché a cambiare è il modo di pensare degli artisti: essi vedono il mondo che li circonda sotto una nuova lente, attribuendogli nuovi colori e sfumature.
Vediamo ad esempio il quadro San Giorno e il drago, dipinto da Paolo Uccello nel 1456, opera nella quale la prospettiva viene utilizzata perfettamente: il pittore sceglie di non sviluppare alcuna profondità nei soggetti nonostante questa tecnica fosse già presente e sfruttata in molti altri quadri, come la Crocefissione di San Pietro di Masaccio del 1426.
Altre opere dell’epoca ritenuta interessanti per la cura posta sulla figura e la condizione umana sono la Madonna in trono col Bambino e Angeli musicanti del 1405 di Gentile da Fabriano e Sant’Anna Metterza del 1426 del Masaccio. Il primo dipinto sfrutta la stratificazione dei colori per creare fantastici giochi di ombre e luce, mentre Masaccio basa i volti sullo studio dell’anatomia e della struttura ossea.
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