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L’arte del Futurismo italiano: movimento rivoluzionario del primo Novecento

Il Futurismo, movimento artistico e culturale d’avanguardia, nacque in Italia agli inizi del XX secolo, in un’epoca di profondi cambiamenti. L’arte del Futurismo italiano rappresentò una rivoluzione, una ribellione contro il passato e un inno alla modernità. Questo movimento si estese dalla letteratura alla pittura, dalla scultura all’architettura, influenzando profondamente la storia dell’arte italiana e internazionale.

Origini e Principi Fondamentali del Futurismo

Il contesto storico, caratterizzato da guerre, trasformazioni sociali e scoperte tecnologiche come il telegrafo, la radio, l’aeroplano e il cinema, fu cruciale per la nascita del Futurismo. In questo clima di euforia per il futuro, il movimento irruppe sulla scena culturale con la pubblicazione del manifesto fondativo di Filippo Tommaso Marinetti su Le Figaro il 20 febbraio 1909. Marinetti rifiutava la tradizione, esaltando invece la velocità, la macchina, l’industria e la modernità urbana. Anche il patriottismo, il militarismo e la guerra, definita “sola igiene del mondo”, erano elementi centrali dell’ideologia futurista.

Dalla Letteratura alla Pittura e Oltre

L’espansione del Futurismo coinvolse presto anche le arti visive. Nel 1910, a Milano, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini e Luigi Russolo firmarono il “Manifesto dei pittori futuristi” e il “Manifesto tecnico della pittura futurista”. Questi manifesti enfatizzavano la rappresentazione del dinamismo e della velocità, ricercando nuove forme espressive per tradurre sulla tela la sensazione del movimento.

Il Linguaggio Visivo del Futurismo

I pittori futuristi svilupparono un linguaggio visivo unico, partendo dal Divisionismo. Il dinamismo, concetto centrale, rappresentava l’energia intrinseca di un oggetto in movimento, la sua forza che si propaga nello spazio. Le “linee-forza” catturavano la traiettoria e l’intensità del movimento. La simultaneità, influenzata dal Cubismo, mirava a rappresentare diverse percezioni in un unico istante. Boccioni applicò questi concetti in opere come “Forme uniche della continuità nello spazio”. Il polimaterismo, introdotto da Boccioni e sviluppato da Prampolini, prevedeva l’uso di materiali eterogenei (vetro, legno, metallo) per superare i confini tradizionali dell’arte.

L’Impatto del Futurismo Oltre la Pittura

Il Futurismo non si limitò alle arti visive. Antonio Sant’Elia, nel suo “Manifesto dell’Architettura futurista”, propose una visione innovativa della città, come un organismo dinamico. Luigi Russolo, con L’arte dei rumori, teorizzò una musica basata sui rumori della modernità. Il movimento influenzò anche il teatro, il cinema, la letteratura (con le “parole in libertà” di Marinetti, che consistevano in una rivoluzione linguistica che aboliva la sintassi tradizionale) e persino la moda e la cucina, dimostrando la sua ambizione di rinnovamento totale.

Il Secondo Futurismo e l’Aeropittura

Dopo la Prima Guerra Mondiale, il movimento si evolse nel “Secondo Futurismo”, con influenze post-cubiste e costruttiviste. L’aeropittura celebrava l’esperienza del volo, offrendo nuove prospettive. Tullio Crali fu uno dei principali esponenti di questa corrente.

Figure Chiave e Luoghi Simbolo

Fortunato Depero e la sua Casa d’Arte Futurista Depero a Rovereto, l’unico museo italiano interamente dedicato al Futurismo, rappresentano un capitolo fondamentale. Depero concepì questo spazio come un ambiente totale, dove le barriere tra le arti si dissolvono. La Casa, parte del Mart, custodisce opere che spaziano dai dipinti alle tarsie in panno, dai mobili agli oggetti d’arte applicata.

Filippo Tommaso Marinetti: Il Fondatore

Filippo Tommaso Marinetti, figura centrale e carismatica, fu il fondatore e il promotore instancabile del Futurismo. La sua rivista Poesia, fondata nel 1905, fu un laboratorio di idee e un punto di incontro per artisti e intellettuali. Marinetti estese la sua influenza ben oltre i confini italiani.

La Diffusione Internazionale del Futurismo

Il Futurismo, nato in Italia, ebbe un impatto internazionale. La pubblicazione del manifesto su “Le Figaro” nel 1909 proiettò il movimento sulla scena mondiale, influenzando diverse avanguardie europee, tra cui il Futurismo russo. Artisti come Viktor Chlebnikov e Vladimir Majakovskij si ispirarono ai principi futuristi italiani, dimostrando la capacità del movimento di dialogare con il contesto artistico internazionale.

Aspetti Controversi e Riflessioni Critiche

Il Futurismo presenta anche aspetti controversi che meritano una riflessione.

Guerra, Nazionalismo e le Contraddizioni Interne

Il rapporto del Futurismo con la guerra e il nazionalismo è complesso. Marinetti e molti futuristi glorificarono la guerra, un aspetto che si tradusse in un’adesione all’interventismo e in un rapporto controverso con il fascismo, sebbene l’ideologia di Marinetti fosse più attivista, dinamista, individualista e antidemocratica che strettamente legata al fascismo. L’adesione di Marinetti al fascismo e la nomina ad accademico d’Italia nel 1929 sono aspetti da contestualizzare. Non tutti i futuristi, comunque, condivisero queste posizioni.

Il Ruolo delle Donne nel Futurismo

Nonostante l’iniziale “disprezzo per la donna” espresso da Marinetti, il movimento vide la partecipazione di figure femminili di spicco, come Valentine de Saint-Point, autrice del “Manifesto della donna futurista”, e Benedetta Cappa, moglie di Marinetti e attiva partecipante al movimento. Queste figure dimostrano la complessità e la non monoliticità del Futurismo.

L’Eredità del Futurismo: Un Futuro nel Presente

Il Futurismo, con la sua energia rivoluzionaria, ha influenzato profondamente l’arte del XX secolo. La sua rottura con la tradizione e la sua sperimentazione hanno aperto la strada a molte avanguardie successive. L’eredità del Futurismo si manifesta anche nell’attenzione all’interdisciplinarietà, come testimoniato da mostre internazionali.

Il recente ritrovamento di 80 metri quadrati di superfici decorate originali del “Bal Tic Tac”, il primo locale notturno futurista, presso la Banca d’Italia a Roma, testimonia la continua rilevanza del movimento. Questo ritrovamento offre uno spaccato unico sull’applicazione dei principi futuristi in uno spazio dedicato al divertimento, a conferma di come il movimento abbia cercato di permeare ogni aspetto dell’esistenza, estendendosi alla letteratura, al teatro, alla musica, alla moda, alla grafica e persino alla cucina. Giacomo Balla, ad esempio, creò bozzetti di vestiti futuristi, mentre Fortunato Depero si distinse nella grafica pubblicitaria e Luigi Russolo anticipò la musica concreta.

Il Futurismo anticipa molti aspetti del mondo contemporaneo, con la sua celebrazione della velocità, della tecnologia e del dinamismo. La sua attenzione all’interconnessione e alla rottura delle barriere tra le discipline artistiche risuona con la cultura digitale. Il Futurismo non è solo un capitolo chiuso della storia dell’arte, ma un movimento che continua a dialogare con il presente, invitandoci a confrontarci con le sfide del futuro. La sua audacia sperimentale, pur richiedendo una riflessione critica su alcuni aspetti controversi, lo rende un fenomeno artistico di grande rilievo.

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L’influenza della luce naturale nell’arte: dall’impressionismo alle installazioni contemporanee

La luce, essenza stessa della visione, ha sempre esercitato un fascino irresistibile sugli artisti. Da elemento da rappresentare, la luce si è evoluta fino a diventare materia stessa dell’opera, protagonista di un dialogo ininterrotto tra arte, percezione e spazio. Questo articolo esplora il percorso evolutivo della luce nell’arte, dalle pennellate vibranti degli impressionisti, intenti a catturare l’attimo fuggente, fino alle installazioni contemporanee, dove la luce plasma ambienti e coinvolge lo spettatore in esperienze immersive.

Installazioni Contemporanee: la Luce come Medium

Prima di addentrarci nel cuore dell’articolo, è fondamentale definire cosa intendiamo per “installazioni contemporanee”. In questo contesto, ci riferiamo a opere d’arte che utilizzano la luce – sia naturale che artificiale – come elemento costitutivo primario. Queste installazioni si distinguono da altre forme d’arte luminosa, come la Light Art, per la loro natura immersiva e per la centralità dell’esperienza sensoriale dello spettatore. Non si tratta semplicemente di illuminare un oggetto, ma di creare un ambiente in cui la luce stessa diventa scultura, spazio, emozione. Spesso, queste opere sfumano i confini tra arte, architettura e tecnologia, coinvolgendo lo spettatore in un dialogo attivo con l’opera.

Impressionismo: la Rivoluzione della Luce Naturale

La seconda metà dell’Ottocento segnò una svolta epocale con l’avvento dell’Impressionismo. Artisti come Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir e Maximilien Luce abbandonarono gli atelier per immergersi nella natura, catturando le impressioni fugaci della luce. La pittura en plein air divenne il fulcro della loro ricerca, un modo per osservare e riprodurre sulla tela le continue variazioni della luce naturale, influenzati anche dalle innovazioni, come i colori in tubetto, che resero possibile dipingere all’aperto.

Claude Monet e la Poetica dell’Attimo

Claude Monet, il “pittore della luce”, fu un maestro nell’indagare le variazioni luministiche. Non si limitava a rappresentare oggetti illuminati, ma studiava come la luce stessa trasformasse la percezione di quei medesimi oggetti. Le sue serie, dedicate ai covoni, alle ninfee e alla Cattedrale di Rouen, lo dimostrano chiaramente. Monet lavorava su più tele contemporaneamente, alternandole per catturare le diverse “impressioni” nei vari momenti della giornata. La sua tecnica, caratterizzata da pennellate rapide e frammentate, mirava a rendere la vibrazione della luce e la sua interazione con l’atmosfera.

Oltre l’Impressionismo

L’eredità dell’Impressionismo si diffuse rapidamente. I post-impressionisti, come Vincent van Gogh, pur adottando la libertà cromatica degli impressionisti, la usarono in modo più soggettivo. Nelle sue opere, come “Notte stellata sul Rodano”, Van Gogh utilizzò luce e colore per comunicare stati d’animo intensi. La luce, nei suoi dipinti, non è solo un elemento descrittivo, ma un veicolo di espressione emotiva. Le pennellate dense e vibranti creano un effetto di luce pulsante, quasi soprannaturale. Parallelamente, il Divisionismo, sviluppato da Georges Seurat e Maximilien Luce, si basava su principi scientifici. Questa tecnica consisteva nell’accostare piccoli punti di colore puro, lasciando che fosse l’occhio dello spettatore a operare la sintesi, ottenendo una particolare vibrazione luminosa.

Il XX Secolo e l’Avvento della Luce Artificiale

Il XX secolo vide la luce trasformarsi da elemento rappresentato a medium artistico. L’invenzione della lampadina elettrica aprì nuove frontiere. Già negli anni ’30, László Moholy-Nagy sperimentò con sculture luminose, come il suo “Light Prop for an Electric Stage (Light-Space Modulator)”. Quest’opera, proiettava luci colorate creando effetti dinamici, anticipando le future esplorazioni della Light Art e dell’arte cinetica.

Light and Space: la Luce come Esperienza Immersiva

Negli anni ’60, in California, nacque il movimento “Light and Space”, con artisti che esplorarono le interazioni tra luce naturale e artificiale, creando ambienti immersivi. Questi artisti utilizzavano materiali trasparenti e riflettenti, giocando con la percezione dello spazio.

Dan Flavin e la Minimal Art

Dan Flavin, figura chiave del minimalismo, utilizzò tubi fluorescenti di diversi colori per creare installazioni che ridefinivano lo spazio espositivo. La luce, emanata da questi semplici elementi industriali, diventava scultura, modificando la percezione dell’ambiente circostante e interagendo con l’architettura.

James Turrell e la Percezione della Luce

James Turrell, uno dei protagonisti del movimento, ha dedicato la sua carriera all’esplorazione della luce come fenomeno percettivo. Le sue opere, spesso realizzate in ambienti naturali o architettonici appositamente progettati, invitano lo spettatore a immergersi in esperienze di luce pura. Il suo progetto più ambizioso, “Roden Crater”, un osservatorio astronomico all’interno di un vulcano spento in Arizona, è un esempio monumentale di come la luce naturale possa essere utilizzata per creare un’esperienza estetica e spirituale unica.

Mary Corse

Mary Corse, un’altra figura di spicco del movimento “Light and Space”, è nota per le sue tele che incorporano microsfere di vetro. Queste minuscole sfere riflettono la luce in modi inaspettati, creando superfici che sembrano cambiare aspetto a seconda dell’angolazione dello spettatore e dell’illuminazione ambientale. Le sue opere, apparentemente monocromatiche, rivelano una complessità e una dinamicità sorprendenti quando interagiscono con la luce.

Olafur Eliasson

Un esempio emblematico di artista contemporaneo che lavora con la luce è Olafur Eliasson. Le sue installazioni indagano le qualità fisiche e percettive della luce. La mostra “Nel tuo tempo”, a Palazzo Strozzi, ha evidenziato come Eliasson si confronti con l’eredità umanistica. Opere come “The weather project” e “Beauty” esplorano i fenomeni atmosferici e la nostra percezione di essi. In “Triple Seeing Survey”, Eliasson ha utilizzato dei faretti per proiettare griglie di luce, interagendo con le finestre storiche.

Altri Esponenti dell’Arte Contemporanea che Utilizzano la Luce

Oltre a Eliasson, numerosi altri artisti contemporanei utilizzano la luce come elemento centrale del loro lavoro. Grimanesa Amorós crea installazioni luminose su larga scala che spesso si integrano con l’architettura e il paesaggio urbano. Jim Campbell utilizza LED e altre tecnologie per creare opere che esplorano la relazione tra luce, movimento e informazione. Maja Petrić, invece, si concentra sull’interazione tra luce, spazio e percezione umana, creando ambienti immersivi che invitano alla contemplazione.

L’Architettura e la Luce

L’importanza della luce si estende all’architettura. Dalle chiese cristiane, dove la luce assumeva un valore simbolico, alle cattedrali gotiche, l’architettura ha sempre dialogato con la luce. Nel Novecento, i musei sono diventati luoghi privilegiati di sperimentazione. Architetti come Louis Kahn, con il Kimbell Art Museum, e Renzo Piano, hanno ideato soluzioni per controllare la luce naturale, creando ambienti espositivi ideali. L’architettura, quindi, non si limita a ‘contenere’ l’arte, ma contribuisce all’esperienza estetica, modulando la luce e lo spazio, in un continuo dialogo tra opera e ambiente.

Scultura e Luce: il Caso di Michelangelo

Anche la percezione delle sculture è profondamente influenzata dall’illuminazione. Il David di Michelangelo, ad esempio, è stato oggetto di un recente progetto di illuminazione. Il progetto “Luci sul David”, combina luce naturale e artificiale. Il sistema è progettato per interagire con la luce naturale, simulando l’inclinazione dei raggi solari. Questo dimostra come l’illuminazione, anche di opere non concepite originariamente con un’attenzione specifica alla luce artificiale, possa arricchire e modificare la nostra percezione.

Conclusione: un Futuro Radioso

Il viaggio della luce nell’arte, dall’Impressionismo alle installazioni contemporanee, è una testimonianza della continua ricerca di nuovi modi di esprimere e sperimentare la realtà. Gli artisti continuano a esplorare le infinite possibilità offerte dalla luce, creando opere che stimolano i nostri sensi e ci offrono nuove prospettive. La luce, in tutte le sue forme, rimane un orizzonte in continua espansione per la creatività, un elemento imprescindibile per comprendere l’arte di ieri, di oggi e di domani, e per plasmare il futuro dell’esperienza estetica.

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Chirurgia plastica: l’arte di scolpire il corpo

C’è un filo sottile che unisce i professionisti del bisturi con gli artisti dello scalpello, i pittori e i maestri delle arti figurative: la ricerca della perfezione. Attenzione: non si tratta di una perfezione relativa ad alcuni canoni di bellezza prestabiliti, ma di un risultato che si sposi perfettamente con l’idea di chi crea (o modifica) un corpo umano. Da Prassitele, fino a Leonardo, Michelangelo, e Canova, sono innumerevoli gli artisti che si sono misurati con studi sul corpo umano e della sua rappresentazione.

In un mondo dove, per modificare il corpo per sentirsi più belle o più in armonia, è sufficiente rivolgersi a un bravo chirurgo e poter contare su protesi all’avanguardia come quelle presentate sul sito https://motiva.health/it/, ognuno diventa artefice della propria immagine. Si tratta di una piccola rivoluzione che ha contribuito a migliorare il benessere delle persone, come ad esempio coloro che si sono sottoposte all’asportazione del seno come parte di una terapia oncologica.

La mostra di Jonathan Yeo

Tra gli artisti di fama mondiale che hanno messo la chirurgia estetica al centro della loro produzione, troviamo Jonathan Yeo, che ha recentemente proposto una mostra completamente dedicata all’argomento, intitolata Skin Deep. I quadri di Yeo mostrano i pazienti prima, durante, e dopo l’intervento, per testimoniare sia il livello visibile (e quindi fisico) delle operazioni di chirurgia estetica, che quello più profondo, che racconta il vissuto psicologico dei pazienti.

Il seno: da sempre un simbolo di forza e identità

Al giorno d’oggi, l’operazione di chirurgia migliorativa più richiesta è la mastoplastica additiva. Il seno è un organo fondamentale per la donna, in quanto rappresenta non solo la sua femminilità, ma anche la capacità di nutrire. Nella storia dell’arte, il seno è stato rappresentato con valenza erotica solo in rare occasioni, molto scarse rispetto alle innumerevoli volte in cui vuole significare il potere della donna. Fra l’altro, le norme del pudore riguardo all’esposizione delle mammelle sono cosa recente, dato che risalgono solo al XIX secolo. Prima di allora, non era considerato affatto sconveniente.

È normale, quindi, che il desiderio di molte donne sia quello di poter contare su un seno piacente e che non porti troppo i segni del tempo che passa. Oggi, grazie ad aziende come https://motiva.health/it/, che producono protesi in silicone sicure e di alta qualità, avvicinarsi al proprio ideale di bellezza è, finalmente, ancora più semplice.

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La rinnovata Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

La Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino riapre i battenti e viene interamente rinnovata trasformandosi nel luogo perfetto per ammirare opere d’arte di ogni linguaggio artistico.

Le collezioni permanenti sono stati mosse e riorganizzate per rendere la visita più allettante, interattiva e interessante agli ospiti, i quali ora possono seguire una guida attraverso le spettacolari sale della galleria e scoprire la storia delle opere esposte e degli artisti che le hanno prodotte.

Molta attenzione è stata data anche al rinnovamento tecnologico: la galleria offre ora la possibilità di partecipare a tour virtuali comodamente da casa e di visualizzare le precedenti versioni delle sale tramite le fotografie scattate negli anni, permettendo un salto indietro nel tempo.

La galleria aprì le porte nel lontano 1863 quando Torino era capitale del regno dei Savoia; da allora ha subito diverse trasformazioni artistiche e culturali che racchiudono la storia del cambiamento dell’arte in Italia e di come il gusto e la critica siano mutati negli anni. Tra i direttori più famosi alla guida della galleria torinese troviamo Pio Agodino, Emanuele d’Azeglio e Luigi Mallé.

Al secondo piano della galleria si trovano ora opere di Antonio Canova, seguite da quelle di Massimo D’Azeglio, la scuola di Rivara e Antonio Fontanesi, opere che raccontano il cambiamento artistico e culturale del diciannovesimo secolo. Scendendo al primo piano si arriva poi nelle sale dedicate agli artisti del ventesimo secolo, come Carlo Carrà, Umberto Boccioni, Giacomo Balla e il celeberrimo Andy Warhol.

La nuova disposizione delle opere è pensata per raccontare inoltre il contesto socio-economico, la storia e la politica dell’epoca in cui vissero gli artisti, per aiutare i visitatori a capire da dove derivassero le esperienze artistiche e le idee alla base dei capolavori esposti.

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Arte moderna in Italia, gallerie da non perdere

Galleria Six Milano

Nata nel 2007, Galleria Six è una delle più recenti installazioni artistiche italiane ad aver raggiunto il successo. Ora di sede a Milano, si contraddistingue dalla concorrenza per la grande varietà di linguaggi artistici e media esposti al suo interno. Nella Galleria Six si possono ammirare le opere di Terry Atkinson, artista annoverato tra i fondatori di Art & Language.

Magazzeno Art Gallery Ravenna

Magazzeno di Ravenna sta spingendo da anni per promuovere l’arte moderna in una città dove è l’arte antica a farla da padrone. Al suo interno troviamo esposizioni dedicati all’arte urbana e sale che mettono in risalto opere grafiche e illustrative di giovani artisti emergenti.

La mostra cambia di mese in mese, dando spazio ogni volta a opere diverse provenienti anche dal panorama internazionale, e gli allestitori hanno il pregio di dare libero sfogo alla genialità di pittori e scultori contemporanei.

Galleria Carla Sozzani Milano

Aperta nel 1990 e situata all’interno del Luxury Store di Corso Como, la galleria Carla Sozzani di Milano è tra le più rinomate d’Italia e ritenuta all’avanguardia grazie all’offerta artistica, culinaria e musicale. La maggior parte della collezione è dedicata alla fotografia internazionale ma ampio spazio viene offerto anche ai talenti della nostra penisola. Tante le mostre allestite ogni anno.

Questa galleria è una tappa obbligata per tutti gli amanti dell’arte che scelgono di passare una giornata a Milano.

Galleria P420 Bologna

Proprietari della galleria P420 sono due ingegneri che hanno scelto di dedicarsi all’arte per esporre opere concettuali e minimaliste. Il risultato è una galleria attiva, giovane, attuale e accattivante, che mostra opere nuove, uniche e sempre più particolari, lasciando spazio di espressione a tutti gli artisti emergenti che non trovano sfogo nell’ambito dell’arte classica.

Galleria Sant’Andrea de Scaphis Roma

La sede della galleria Sant’Andrea de Scaphis è una vecchia chiesetta sconsacrata, edificio che dà a questa mostra artistica un’atmosfera davvero unica. La sua nascita deriva dalla mente geniale del gallerista Gavin Brown, americano famoso nel mondo per la capacità di creare nuove mostre senza mai sbagliare un singolo investimento.

Al suo interno vengono organizzati spettacoli dal vivo tra cui concerti e opere teatrali, show fotografici e qualunque progetto ritenuto interessante dallo stesso Brown.

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Le migliorie gallerie italiane dedicate all’arte moderna

Studio Trisorio, Napoli

Lo Studio Trisorio di Napoli è una galleria che, sin dalla sua concezione, ha dato spazio agli artisti e alle opere del territorio campano lasciando posto alla sperimentazione. Lo studio ha aperto i battenti nel 1974 e da quel momento ha continuato a espandersi, ospitando opere appartenenti a linguaggi artistici di ogni tipo: al suo interno troviamo infatti quadri, sculture, fotografie e spettacolari installazioni visive che mescolano tecnologia e tradizione per creare effetti strepitosi ed esplosivi. Molto interessanti soprattutto le opere di Francesco Arena, Marisa Albanese e Fabrizio Corneli, tutti artisti campani che danno valore alla regione e mettono in risalto la creatività della popolazione campana.

La galleria permette inoltre di partecipare a tour virtuali da PC e dispositivi mobili nei quali una audio guida presenta ogni sala e racconta le opere esposte.

Metronom, Modena

Oltre a essere una rinomata galleria d’arte, Metronom si propone anche come casa editrice. I modenesi di Metronom puntano soprattutto sull’arte visiva e sulla sperimentazione culturale contemporanea. I loro allestimenti danno risalto sia ad artisti italiani che internazionali, come ad esempio Christo Andrew con la sua opera intitolata Encrypted Purgatory.

Metronom ha lanciato un meraviglioso progetto chiamato Generazione Critica, che la vede organizzare ogni anno un convegno dedicato ai critici d’arte a cui mette a disposizione il palcoscenico per esprimere la loro opinione sui nuovi movimenti e le nuove tendenze degli artisti del momento.

La galleria, o meglio la sua divisione editoriale, gestisce anche Metronom Books, sezione dedicata ai libri d’artista pensata per realizzare edizioni speciali e limitate lasciando la direzione in mano agli autori stessi.

Galleria Mazzoli, Modena

Ci troviamo ancora a Modena, questa volta nella galleria Mazzoli, istituzione rinomata nel mondo dell’arte con due sedi anche in Germania. Nel 1981 fu la prima galleria europea a ospitare le opere di Basquiat e nel 2020 ha lasciato gli spettatori senza fiato grazie alle sculture sonore di Alessandro Sciaraffa, ora esposte a Düsseldorf.

Contemporary Cluster Roma

Contemporary Cluster è, come suggerito dal nome, un guazzabuglio di discipline artistiche diverse. Al suo interno si uniscono design, moda, musica e architettura in un connubio artistico che stimola tutti i sensi sorprendendo gli ospiti a ogni nuova esposizione. La sua sede è nel Palazzo Brancaccio, dove ci si può inoltre fermare per gustare un ottima colazione al Caffè Specialty e acquistare libri nella speciale libreria gestita da Edicola 518.